Curare le intolleranze alimentari con la dieta giusta

Per affrontare un’intolleranza alimentare è opportuno seguire le indicazioni di un professionista esperto, come il nutrizionista, che indica la dieta più giusta da seguire.

Una volta che si è appurato con certezza che si soffre di un’intolleranza alimentare, si deve seguire una dieta specifica depurando l’organismo e prediligendo i cibi che non fanno male.

Intolleranze alimentari: cosa sono

Le intolleranze alimentari sono reazioni che l’organismo manifesta nei confronti di alcuni alimenti.

Le intolleranze alimentari consistono in un’alterazione dell’ecosistema gastroenterico e possono avere un’origine fisica o psicologica: possono cioè verificarsi per infezioni virali o batteriche, per traumi fisici, per scompensi ormonali ma anche per altri fattori come lo stress e l’ansia.

Capire perché si manifesta un’intolleranza alimentare non è semplice ma è certo che, una volta presente, si possono verificare disturbi in tutto l’organismo.

Intolleranze alimentari: a chi rivolgersi

La prima cosa da fare quando si sospetta di avere un’intolleranza alimentare è non fare un’autoanalisi ma rivolgersi a un professionista che, attraverso test specifici, è in grado di stabilire con certezza il tipo di intolleranza.

Non si deve poi iniziare una dieta fai da te ma consultare un professionista competente come ad esempio un nutrizionista: escludere di propria iniziativa un alimento dalla dieta, senza una diagnosi e una dieta studiata, può portare a gravi deficit nutrizionali.

I tipi di dieta: depurativa, ad esclusione e di rotazione

In presenza di un’intolleranza alimentare bisogna procedere con una dieta depurativa per liberare l’organismo dalle tossine accumulate, prediligendo i cibi che non fanno male.

La dieta ad esclusione comporta la rimozione dal proprio regime alimentare degli alimenti a cui si è intolleranti: di solito questa dieta è indicata per chi soffre di vere e proprie allergie alimentari.

Invece la dieta di rotazione, consigliata a chi ha un’intolleranza, consiste nell’escludere temporaneamente gli alimenti che hanno determinato i disturbi e poi nel reintrodurli gradualmente dopo la fase di disintossicazione, onde evitare che l’organismo abbia dei traumi.

La dieta di rotazione può avere durata variabile e andare da tre mesi a un anno, secondo prescrizione medica: la durata della dieta dipende da come il soggetto risponde e dal tipo di intolleranza riscontrata.

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